da AFMA - Americans For Medical Advancement
Il contagio da virus e i sintomi da essi provocati variano ampiamente da specie a specie, quindi lo studio di un dato virus, per lo sviluppo di un vaccino, su una specie diversa da quella target, e' una perdita di tempo e risorse. Prova ne siano le seguenti dichiarazioni, non di antivivisezionisti, ma di medici e ricercatori che utilizzano essi stessi animali nelle proprie ricerche.
"Il lavoro di prevenzione [applicazione del vaccino] venne posticipato per lungo tempo a causa dell'errata concezione della natura della malattia negli umani, basta su modelli sperimentali fuorvianti della malattia nelle scimmie."
Dott. Albert Sabin, medico, inventore del vaccino anti-polio. Dichiarazionne effettuata di fronte al "subcommittee on Hospitals and Health Care, Committee on Veterans Affair's, House of Representatives", 26 aprile 1984, n. 98-48
"Occorre essere coscienti delle molte limitazioni nell'usare animali di laboratorio per studiare i processi infettivi - la loro limitata variabilita' genetica; occorre riconoscere che le osservazioni fatte in un gruppo di animali quasi isogenici, di un solo o pochi ceppi di un patogeno ben specifico, non possono rappresentare il reale processo di infezione che si riscontra nei [pazienti umani]. Ben pochi modelli animali sono duplicati esatti dell'infezione umana."
Handbook of Animal Models of Infection Academic Press 1999 P. 9, 10
"Fino ad oggi, tutte le malattie infettive che colpiscono gli esseri umani sono ben lontane dall'avere un modello animale appropriato, e, anche nei casi in cui tali infezioni siano possibili, i sintomi riscontrati nell'animale e il decorso della malattia sono spesso molto diversi da quelli incontrati negli umani."
Handbook of Animal Models of Infection Academic Press 1999 P. 7
"Il modello animale ideale di un'infezione dovrebbe fornire dati che consentissero di predire il risultato di una terapia sugli umani. Per una serie di ragioni, questo ideale e' ben difficile da raggiungere."
"La farmacocinetica degli antibiotici negli animali da esperimento puo' spesso differire in modo marcato da quella degli umani. Questa e' una conseguenza delle differenze nell'assorbimento, distribuzione, metabolismo, ed escrezione dei farmaci".
Handbook of Animal Models of Infection
Nel 1992, il Dr. Hendrickson dichiaro':
"Il fatto che la maggior parte dei modelli animali esistenti per le prove della potenza dei vaccini siano artificiali, poco compresi, e in effetti non sempre riflettano l'immunita' protettiva indotta dal vaccino, e' troppo spesso trascurato. Molti dei tradizionali test [su animali] sono altamente variabili, nonostante l'uso di una preparazione di riferimento, e la rilevanza di questi test e' opinabile."
Lab Animal, marzo 1994, p24-30
Perfino lo stesso Koch affermo': "Un esperimento su un animale non da' indicazioni certe sul risultato dello stesso esperimento su un essere umano."
Report of the Second Royal Commission on Vivisection, 1906-1912, p31
Miliardi di dollari non sono bastati a causare l'AIDS negli animali non-umani.
"Nessun modello animale riproduce fedelmente l'infezione e la malattia causata dal virus da immunodeficienza di tipo 1 (HIV-1), e gli studi di vaccini sperimentali in modelli animali della malattia causata da lentivirus hanno fornito i risultati piu' disparati, rendendo difficile determinare che cosa sia necessario per lo sviluppo di vaccino funzionante contro l'HIV-1"
Science1995;270:1811-15
"Gli scimpanze', per esempio, possono essere infettati con l'HIV, ma, fino ad oggi, non hanno mai sviluppato l'AIDS. La mancanza di modelli animali appropriati per la ricerca sull'HIV rende l'applicazione delle ricerche animali sugli umani del tutto incerta".
Presidential Commission: Report of the Presidential Commission on the human immunodeficiency virus epidemic. Washington DC, Government Printing Office, 1988, pp39-47
"Un clone molecolare del prototipo di virus dell'AIDS delle scimmie (SAIDS) non ha somiglianze degne di nota con il retrovirus umano dell'AIDS, ne' nell'organizzazione genetica ne' nella sequenza".
Science 1987;231:438-446
"... c'e' un enorme salto dalle scimmie agli umani: innanzitutto, l'HIV-1, il principali virus dell'AIDS che infetta gli umani, differisce in modo significativo dal SIV..."
Science vol270, Nov. 17, 1995 p 1121
"A cosa serve provare qualcosa [un vaccino] in una scimmia? Si scoprira', tra cinque o sei anni che funziona nella scimmia, e poi lo si prova sugli umani e ci si rende conto che gli esseri umani si comportano in modo del tutto diverso rispetto alle scimmie, e di aver sprecato cinque anni".
Dr. Mark Feinberg, citato in Atlanta Journal Constitution, 21 settembre, 1997
"Il modello che usa lo scimpanze' non gode di ampio supporto nella comunita' scientifica".
Steven Bende, coordinatore della ricerca al NIAID
Crimini nascosti
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Se non hai il coraggio di guardare cosa succede nei laboratori di vivisezione, a maggior ragione: