Nel Journal of American Medical Association, la rivista scientifica dell'Associazione dei Medici Americani, e' stato pubblicato nel numero di ottobre 2006 un articolo in forma di "lettera al direttore", intitolato "Traslazione dei risultati delle ricerche dagli animali agli umani", che mostra come, tra gli studi su animali piu' citati nel mondo, solo nel 33% dei casi i risultati ottenuti sono sovrapponibili a quelli che si riscontrano sugli umani, per quanto riguarda interventi preventivi o terapie. Lanciando una moneta si ottengono risultati migliori...
Lo studio e' stato svolto da due medici dell'universita' di Toronto, Canada, Hackam e Redelmeier, i quali osservano che "la maggior parte delle terapie oggi in uso sono state prima sviluppate e provate su animali, eppure i risultati degli esperimenti su animali spesso non si riescono a replicare in prove cliniche rigorose sugli umani".
Hackam e Redelmeier hanno condotto una revisione sistematica degli articoli pubblicati sulle 7 riviste scientifiche internazionali piu' importanti - Science, Nature, Cell, Nature Medicine, Nature Genetics, Nature Immunology, Nature Biotechnology - al fine di determinare in che misura gli studi su animali piu' citati risultino poi "allineati" con i risultati successivi ottenuti sugli umani, nel caso di interventi preventivi o terapeutici per vari tipi di malattia.
Sono stati presi in considerazione solo gli articoli piu' citati nelle riviste (con almeno 500 citazioni), presumendo che, essendo questi studi i piu' diffusi e citati, sarebbe stato piu' probabile che le stesse tecniche li' studiate fossero poi applicate anche sugli umani. Per ciascuno di questi studi, sono stati cercati articoli che citassero studi sugli umani con risultati sovrapponibili a quelli trovati sugli animali, nel qual caso questo veniva contato come "traslazione" avvenuta con successo.
Il risultato e' stato che soltanto un terzo circa delle ricerche su animali piu' citate potevano essere traslate, in modo statisticamente significativo, su analoghi risultati per gli umani. Occorre anche chiedersi quanti risultati "negativi" ottenuti sugli animali sarebbero invece stati "positivi" (quindi essere cure utili) sugli umani...
Concludono i ricercatori "Per prima cosa, i pazienti e i medici dovrebbero essere cauti nell'estrapolare i risultati dei piu' importanti studi su animali per applicarli alla cura della malattie umane. Secondo, sono disponibili importanti opportunita' per migliorare le metodologie e la qualita' della ricerca pre-clinica. Infine, chi conduce ricerca clinica dovrebbe tener presente che la replicabilita' sugli umani dei risultati ottenuti sugli animali, anche per gli studi di alta qualita', e' scarsa".
Fonte
Hackam & Redelmeier. Translation of research evidence from animals to humans. [research letter]. JAMA 2006;296(14):1731-2.
Crimini nascosti
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